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Laboratorio IL PUNTO DI VISTA

ottobre 23, 2015

Dal 30 novembre al 2 dicembre CSC LAB con il contributo di Marechiarofilm Produzioni presenta: il laboratorio tenuto da Antonietta De Lillo IL PUNTO DI VISTA che cos’è e come non smarrirlo.

Per tutte le info sul programma del corso:
csclab@fondazionecsc.it tel. 0672294223/ 235
e info@marechiarofilm.it tel. 0677200242
Le iscrizioni sono aperte fino all’8 novembre.

Per le iscrizioni inviare una mail allegando il proprio CV a: csclab@fondazionecsc.it e in Cc info@marechiarofilm.it

PROGRAMMA:

La poetica di un autore risiede nel modo in cui esso traduce in linguaggio e dà forma alle proprie visioni interne. L’elemento primario per la realizzazione di un’opera – sia questa letteraria, teatrale, cinematografica, fotografica o pittorica – è l’adozione del punto di vista.
Il punto di vista è la guida da seguire in tutte le fasi di lavorazione di un film tanto di finzione quanto di cinema della realtà, dalla scrittura alle riprese, dal montaggio alla postproduzione, e ogni elemento dovrà concorrere a rafforzare quella precisa scelta narrativa.
Il cinema è l’unica arte collettiva che coinvolge nella realizzazione dell’opera decine di persone e questa sua peculiarità rende la questione del punto di vista particolarmente complessa. Il regista cinematografico non deve solo scegliere il punto di vista da adottare ma deve essere in grado di comunicarlo e trasmetterlo a tutti i propri collaboratori affinché ciascuno lavori nella stessa direzione. Per questo motivo la consapevolezza di che cos’è il punto di vista e di quanto sia importante è fondamentale per chiunque voglia intraprendere un percorso professionale nel mondo del cinema.

Il laboratorio si rivolge principalmente a sceneggiatori e registi ma è aperto anche a chi ha un ruolo di produzione.
Ai 20 partecipanti che verranno selezionati sarà inviato un articolo su un fatto di cronaca e prima dell’inizio del laboratorio sarà chiesto di formulare in massimo 20 righe la sinossi di un film ispirato a questa storia che potrà essere un lavoro di finzione, un film documentario o un’opera ibrida tra i due linguaggi.
Prima dell’inizio del laboratorio sarà consigliata inoltre una filmografia di titoli da vedere che diventeranno oggetto di studio per definire che cos’è il punto di vista.

Primo giorno: Che cos’è il punto di vista e analisi delle sinossi

La mattina si introdurrà il punto di vista, la sua definizione come elemento primario per esprimere l’intuizione e l’immaginazione dell’autore, la sua poetica.
Il pomeriggio si parlerà del punto di vista nel soggetto, si leggeranno le 20 idee di film scritte dai partecipanti e si ragionerà insieme sul punto di vista e il taglio narrativo scelto da ciascuno per raccontare la storia.
Il tutor del laboratorio guiderà il dibattito ma ciascun partecipante potrà intervenire e dare suggerimenti anche sulle sinossi degli altri.

Secondo giorno: Come farsi guidare dal punto di vista nella sceneggiatura e nelle riprese

Il secondo giorno si parlerà di come mettere in pratica il punto di vista nella sceneggiatura e nelle riprese. Si analizzeranno i progetti dei partecipanti ragionando su quanto sia importante adottare il punto di vista sin dalla fase di scrittura della sceneggiatura, su quale linguaggio cinematografico usare e su come predisporre tutti gli elementi necessari per le riprese (attori, location, mezzi tecnici, costumi ecc) per realizzare il film senza tradire il punto di vista scelto.

Terzo giorno: Montaggio, finalizzazione e verifica del punto di vista

Il terzo giorno infine si affronterà l’ultima fase di lavorazione di un film, il montaggio e la finalizzazione che rappresentano il momento della verifica delle scelte compiute. Si tratta del momento in cui tutti gli elementi analizzati fino ad ora si uniscono per dare corpo nel film al punto di vista inziale.
Il montaggio è una fase che potremmo definire di ri-scrittura in cui è possibile assecondare e rafforzare il punto di vista originario ma anche tradirlo. Le tecnologie sempre più leggere, semplici e user friendly spingono un numero sempre maggiore di autori a fare tutto da soli. Soprattutto nella fase di montaggio è invece importante che subentri una figura esterna che aiuti il regista ad avere uno sguardo nuovo e prendere le decisioni necessarie per il confezionamento del film.
L’ultima fase del laboratorio sarà quindi una breve riflessione sulla particolarità del cinema, unica forma di arte collettiva in cui l’autore ha il dovere e l’occasione di trasferire il punto di vista adottato nell’opera ai suoi collaboratori fornendo loro una chiave importante di interpretazione del film e del lavoro da realizzare insieme.

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Il Film Partecipato trattato al MashRome Film Fest nel panel “Remix is Everywhere”

Maggio 12, 2013

Tutto è Remix: il processo di mixare materiali da fonti diverse, che siano suoni, letteratura o musica pop, ha una dignità artistica.
Cos’è il film partecipato? E’ anch’esso un remix? e in che forma? quali sono le modalità?
“Remix is Everywhere” è il panel all’interno del MahRome Film Fest, nel quale artisti, registi e critici si sono confrontati, analizzando l’arte e le modalità del Remix.

Ampio spazio è stato dato al progetto/idea  FILM PARTECIPATO, di cui l’ideatrice, la regista  Antonietta De Lillo e l’attrice/regista Aglaia Mora ne hanno spiegato i concetti fondanti e le modalità di espressione.

Quelle che seguono sono alcune foto corredate da stralci di intervento sul filM partecipato.

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Cosa è il film partecipato ideato da Antonietta De Lillo?

[In generale in tutto il suo percorso artistico Antonietta De Lillo è mossa da un desiderio di condivisione e partecipazione. Parallelamente a questo c’è l’interesse per l’evoluzione tecnologica e come questa evoluzione permette di cambiare l’estetica e il contenuto del linguaggio cinematografico, nonché le modalità produttive.

–          bisogno di partecipazione e condivisione;

–          curiosità e interesse verso per la tecnologia;

–          le potenzialità della rete;

–          il bisogno di aprire la figura dell’autore a favore di un’idea di circolarità autore-spettatore;

–          Il sospetto che le immagini possano essere rimodulate a seconda delle piattaforme che lo presentano.

–          La volontà di costituire marechiarofilm come un luogo di accoglienza e una piattaforma di incontro tra autori di diverse generazioni, offrendo l’occasione ai più giovani di lavorare al fianco di professionisti di comprovata esperienza…]

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Perché un film partecipato?

[Perché la realtà è stata raccontata in maniera individuale e di parte; e quindi una molteplicità di sguardi ci può restituire il senso della narrazione e un ritratto a 360° della realtà che ci circonda. E perché la possibilità tecnologica che si è venuta a creare asseconda una necessità umana che è quello di creare sempre meno distinzione tra schermo e platea…]

 

Da un punto di vista produttivo, dobbiamo dire che:

 […Frutto proprio del senso di questo approccio è che l’obiettivo non sia il film finale ma proprio il progetto. Sarebbe quindi possibile e auspicabile che all’interno di esso nascessero documentari che abbiano una loro strada, visibilità e riconoscimenti che diventare anche più rilevanti di quelli del film partecipato stesso. Quello che rappresenta la peculiarità del film partecipato rispetto ai precedenti esempi di film crowdsourced italiani e internazionali è proprio la volontà di non porre la realizzazione del film di remix come unico centro del progetto, ma di lavorare insieme per consentire ai singoli autori che ne prendono parte di realizzare delle opere che abbiano la forza di vivere anche autonomamente. La collettività e la condivisione quindi anche come occasione di realizzazione creativa individuale.

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